Al Ristorante “Crocifisso” di Noto esperienze tradizione e Sicilia sono gli ingredienti dello chef

Al Ristorante “Crocifisso” di Noto esperienze tradizione e Sicilia sono gli ingredienti dello chef

Lo chef e patron Marco Baglieri cresce in una cittadina di nome Neuwied vicino Bonn, in Germania, dove abita per i primi dodici anni della sua vita. Si trasferisce in seguito in Sicilia per perseguire gli studi da geometra e, una volta diplomato, si iscrive alla facoltà di economia e commercio a Catania.

Cresciuto con l’influenza della cucina siciliana di sua madre, titolare assieme al padre di una trattoria aperta nel 1985 a Noto, Marco ricorda “Ho incontrato la cucina attraverso le mani di mia madre, che davano il benvenuto a chi approdava nella nostra trattoria seguendo le tracce di Sicilia che Noto colleziona in ogni via.”

Negli anni successivi contribuisce a sviluppare il locale dei genitori, espandendo la proposta culinaria, nasce così Crocifisso.

Marco un giorno legge un articolo che cita il ristorante esprimendo un parallelismo tra la sua anima tradizionale e la cucina gourmet dello chef stellato di Ragusa, Ciccio Sultano. Incuriosito da tale paragone, Marco si reca al ristorante dello chef, che gli aprirà la mente e cambierà la sua visione culinaria.

Impara a fondere la propria esperienza con quella dell’alta cucina, una novità assoluta nel panorama della ristorazione di Noto. Affidandosi alla guida di Ciccio Sultano, divenuto ormai un punto di riferimento per Marco, opera investimenti volti a migliorare i macchinari da cucina, definire la mise en place ed ampliare la proposta enologica. Nel 2017 ristruttura il locale, espandendosi e portandolo alla forma odierna. Formatosi principalmente da autodidatta, segue anche dei corsi con lo chef stellato Matias Perdomo a Milano e con il pasticciere Gianluca Fusto, grazie ai quali affina ulteriormente la propria tecnica.

La filosofia di Marco Baglieri consiste nella realizzazione di una cucina legata al territorio e alle sue tradizioni, alleggerita e interpretata in chiave moderna, ne è un esempio la sua pasta trafilata con sarde, crostacei e pane. Lo chef si distacca maggiormente dalla tradizione nella realizzazione dei dessert, dolci come la pizzuta, un’interpretazione che vede la mandorla servita a diverse temperature e consistenze, che riflette il suo tecnicismo e il desiderio di innovazione a partire da ingredienti comuni. A proposito della ricchezza della propria terra dice “In Sicilia abbiamo la fortuna di poter aprire la finestra e trovare una grande varietà di ingredienti”. L’obiettivo è stupire il commensale con i propri piatti in modo da regalargli un’esperienza indimenticabile. Ad accompagnare la proposta gastronomica, una cantina di oltre quattrocento vini che vanta eccellenze regionali italiane ed internazionali, in particolare da Francia, Libano e Slovenia.

  L’elegante location del ristorante Crocifisso è moderna e impostata su un’estetica minimalista, in cui i toni predominanti sono quelli del grigio, con la particolarità della presenza di un parquet nero. Il progetto è stato curato dell’architetto siciliano Vincenzo Ignaccolo, uno dei fondatori della realtà milanese VI+M Studio. L’illuminazione è ottimizzata per garantire un effetto di intimità, grazie anche a delle particolari lampade richiamanti la tradizione siciliana. Anche la mise en place è studiata nei minimi dettagli e caratterizza i 36 coperti a disposizione della struttura.

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