Bergamo IV Edizione di FOTOGRAFICA Festival di Fotografia, 12 mostre sul tema “Noi, qui”

Bergamo IV Edizione di FOTOGRAFICA Festival di Fotografia, 12 mostre sul tema “Noi, qui”

L’uomo, le sue emozioni, i suoi limiti, le sue fragilità diventano risorsa da cui attingere per il riscatto del singolo e della comunità. È qui che si ritrova il tema dell’edizione 2023 del Festival di Fotografia Bergamo, che quest’anno si inserisce nella cornice dall’alto valore simbolico di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 con 12 mostre in programma in due luoghi storici della città: Monastero del Carmine ed Ex Magazzini del Sale, Città Alta, Bergamo.

Scolpito dall’ombra e dalla luce, filtrato da uno sguardo, impresso attraverso un obiettivo, è così che ogni attimo diventa eterno. Proprio per questo si intitola “NOI, QUI” la quarta edizione di Fotografica, organizzata da Associazione Fotografica APS in collaborazione con il Comune di Bergamo e con il sostegno dei main sponsor Artedil di Campenni Rocco & C. Srl e BPER Banca e del partner istituzionale Istituto per il Credito Sportivo – che mette al centro della sua indagine l’essere umano, esplorandone i valori e le emozioni.

Le mostre di respiro internazionale presentate e allestite in due contesti architettonici di grande pregio, sono frutto del lavoro di altrettanti fotografi, come racconta Daniela Sonzogni, Direttrice del Festival:NOI, QUI è un’edizione di Fotografica Festival dal sapore speciale: ha la cornice della Capitale della Cultura e ci racconta – attraverso le immagini – l’essere umano in un momento storico particolarmente complesso. Se il progetto Cultura 2023 rappresenta la speranza e il rilancio delle nostre città, Fotografica ha desiderato descrivere i sentimenti, le emozioni e quei valori che ci hanno aiutato a reagire durante la tragica esperienza del Covid, che forse possono guidarci nell’affrontare i grandi temi dell’oggi e a trovare una strada diversa per vincere le grandi sfide del futuro. Il coraggio, la resilienza, il sogno di un futuro migliore, l’integrazione, la cultura come cura. I fotografi ci parlano di NOI, QUI oggi con un linguaggio che ha una forza universale e che ha la capacità di facilitare la nostra consapevolezza. Fotografica racconta la contemporaneità e l’obiettivo del fotografo rappresenta una delle chiavi per comprendere e per aprire nuove finestre sul mondo che viviamo. In continuità con le precedenti edizioni le mostre saranno esposte in luoghi di grande fascino, veri tesori della città di Bergamo, che vengono allestiti con cura e attenzione alla loro storia”.

Dal 14 ottobre al 19 novembre 2023 l’edizione di quest’anno, inserita all’interno del palinsesto di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, assume i contorni di un’occasione di rinascita per due città che più di altre hanno dovuto fronteggiare gli albori di un’emergenza sanitaria globale di cui non si conoscevano gli effetti e i confini. A vincere quella sfida sono stati uomini, donne, intere comunità che tornano nel filo conduttore di Fotografica: l’essere umano. Inteso sia come singolarità che come comunità, Fotografica vuole raccontarlo nella più affascinante delle sue sfide: quella del quotidiano. Il risultato è un’alternanza di immagini ora impegnative ora intrise di positività, accumunate però dall’urgenza di mostrare la realtà, parlando direttamente agli occhi e allo stomaco: scatti che provocano sentimenti, reazioni, prese di coscienza.

Fotografica si conferma come una delle rassegne di punta della città, contribuendo a dare rilievo alla programmazione della Capitale. Bergamo non solo città dell’opera, del teatro, del cinema, della danza, della musica, ma anche della fotografia, in una sua accezione ben precisa e cercata con attenzione dagli organizzatori. La fotografia che documenta il mondo in cui viviamo, che si fa interprete dei grandi cambiamenti della contemporaneità, di ciò che accade nelle nostre periferie e in città lontane, che racconta le piccole storie di comunità, di persone, di luoghi. Ogni fotografo, con la sua formazione e con la sua sensibilità, sceglie cosa raccontare, regala uno sguardo preciso, fornisce un punto di vista speciale. E lo spettatore è in qualche modo costretto a non volgere lo sguardo, a portarsi a casa un pezzo di quel mondo che non conosce o che non vuole vedere, ascolta, con occhi, storie che vengono da altrove. È la valenza “etica” di cui è permeata certa fotografia che fa la differenza, e che Fotografica ha scelto di portare a Bergamo. Ogni edizione è stata sempre una scoperta, e stimolo a riflessioni su ciò che accade vicino e lontano da noi. L’essere umano è al centro della ricerca di quest’anno e, con le tante mostre – ben dodici – disseminate in Città Alta tra Carmine e Domus Magna, diventa una finestra aperta sul mondo”, spiega Nadia Ghisalberti, Assessora alla Cultura del Comune di Bergamo.

Saranno in mostra: In a Window of Prestes Maia 911 Building di Julio Bittencourt; The day may break di Nick Brandt; Between these folded walls, Utopia di Cooper & Gorfer; Elementi di Edoardo Delille; Leaving and waving di Deanna Dikeman; Roma Revolution di Alessandro Gandolfi; Io non Scendo – Storie di donne che salgono sugli alberi e guardano lontano, a cura di Laura Leonelli; Apnea di Fausto Podavini per Medici Senza Frontiere; La liberazione della follia di Patrizia Riviera; Progetto Sport, tra Dada e movimento ritmo/dinamico in ready di Maurizio Galimberti; Na Ponta Dos Pés di Sebastian Gil Miranda; Cover Me With Gold di Gianmarco Maraviglia.

Tre delle mostre del Festival sono curate da Arianna Rinaldo, curatrice indipendente che aggiunge: “È importante, nel selezionare autori e opere in mostra, trovare un equilibrio che documenti la sfaccettata umanità che abita questo pianeta e offra una visione d’insieme in cui possiamo riconoscerci, emozionarci o sorprenderci.

Alla necessaria documentazione su tematiche sociali scottanti e urgenti, si accompagna la altrettanto necessaria narrazione dei desideri, delle paure e della resilienza. La fotografia riesce a fare anche questo, a trasmettere sensazioni che ci raggiungono sotto pelle, che ci colpiscono al cuore, che ci fanno pensare e fanno scaturire emozioni contrastanti, che ci fanno piangere e sorridere. I lavori di Cooper & Gorfer, Deanna Dikeman e Nick Brandt si affiancano all’obiettivo del Festival che vuole essere portatore di messaggi positivi, di azioni virtuose, di emozioni che ci accomunano, di pensieri resilienti da condividere, di gesti coscienziosi, in una sempre più necessaria evoluzione verso un mondo migliore, più giusto, più empatico, più solidale, più inclusivo, più attento”.

Tematiche che si ritrovano anche nella mostra Io non scendo, curata dalla giornalista e autrice Laura Leonelli e prodotta per Fotografica con il sostegno di Grazia Corali, imprenditrice e presidente del Gruppo Corali, che presenta un’ampia selezione di fotografie anonime che dalla fine dell’Ottocento agli anni ’70 del Novecento, dall’Europa agli Stati Uniti, confermano la popolarità internazionale di un nuovo personaggio, la donna che sale sull’albero, che Leonelli descrive: “Quando una donna sale su un albero, guarda lontano e cambia la sua storia. Attraverso la straordinaria ricchezza della fotografia anonima, Io non scendo è un invito a staccarsi da terra e a cercare un altro orizzonte di libertà personale”.

In continuità con l’edizione del 2021, dedicata al tema delle periferie, Fotografica dedica tre mostre anche allo sport, inteso come strumento di valore sociale e mezzo di riscatto.

GLI SPAZI ESPOSITIVI DI FOTOGRAFICA ‘23

MONASTERO DEL CARMINE E GLI EX MAGAZZINI DEL SALE

Sin dalla prima edizione, il Festival ha privilegiato luoghi simbolo della città di Bergamo per allestire le proprie mostre. Quest’anno la scelta è ricaduta su due gioielli che attraverso le loro mura conservano intatta la capacità di far ripercorrere l’evoluzione della città e del suo territorio: il Monastero del Carmine e gli Ex Magazzini del Sale, entrambi in Città Alta.

Bene culturale pubblico di grande interesse storico ed artistico, il Monastero del Carmine dal 1996 è sede del TTB Teatro tascabile di Bergamo – Accademia delle Forme Sceniche. Il Tascabile nel 2018 ha sottoscritto con il Comune di Bergamo il primo Partenariato Speciale Pubblico Privato in Italia per il recupero e la valorizzazione in chiave culturale del Monastero rendendone possibile l’utilizzo per manifestazioni culturali come, per l’appunto, il Festival Fotografica, che qui esporrà nove mostre.

Negli ultimi anni al Carmine si è organicamente costituito un gruppo di lavoro, di cui Fotografica fa parte, all’interno del quale le relazioni, mai imposte a priori da una convenienza o da una forzatura economica o politica, si sono sviluppate e consolidate per affinità elettive e unità d’intenti. È un gruppo di promotori di differenti discipline artistiche con un fine comune: portare a compimento il recupero e la riqualificazione in chiave culturale del Monastero del Carmine. Un gruppo che cerca e trova risorse per completare il lavoro cominciato da TTB ormai otto anni fa. Anche per l’edizione del 2023 infatti, 1 euro di ogni biglietto di Fotografica andrà alle opere di recupero del Carmine, un contributo dei cittadini e dei turisti che darà il via alla raccolta fondi per il secondo lotto di interventi previsto nel prossimo futuro”, spiega Gloria Gusmaroli, coordinatrice progetto #tuoCarmine.

Gli Ex Magazzini del Sale, con le sue due sale sotterranee – sono un vero e proprio tesoro nascosto al di sotto del Quattrocentesco Palazzo della Domus Magna. Grazie alla collaborazione con Fondazione MIA (Congregazione della Misericordia Maggiore), proprietaria della sede, questo luogo apre per la prima volta le sue sale per accogliere le altre tre mostre dell’edizione 2023 di Fotografica.

Fotografica trasforma anche quest’anno Bergamo in una grande galleria d’arte che coinvolge chiostri ed edifici storici. Un appuntamento che negli anni si è ritagliato uno spazio importante, non solo nella nostra città, ma tra i festival di fotografia italiani. Non si tratta solo di una rassegna di immagini, ma di un momento di riflessione, per conoscere e analizzare la nostra contemporaneità attraverso l’occhio attento e scrupoloso dei tanti autori invitati. Per l’edizione 2023, Fondazione MIA apre per la prima volta le porte di uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi di Città Alta: i Magazzini del Sale all’interno della Domus Magna. Sarà dunque l’occasione per scoprire questo spazio, poco conosciuto anche dai bergamaschi, che diventa una cornice originale dove ammirare, con un allestimento pensato ad hoc, le opere fotografiche di tre importanti autori”, sottolinea l’avvocato Corrado Benigni, Consigliere della Fondazione MIA.

LE MOSTRE AL MONASTERO DEL CARMINE

IN A WINDOW OF PRESTES MAIA 911 BUILDING – Julio Bittencourt

Il Brasile e le sue favelas, la povertà, l’emarginazione, le droghe, la solitudine e la violenza sono solo alcune delle tematiche che contraddistinguono la fotografia di Julio Bittencourt. Un palazzo fatiscente di 22 piani, che rappresenta la più grande casa occupata nel mondo e ai cui residenti abusivi viene intimato uno sfratto: qui, il fotografo brasiliano, sfruttando la semplicità dell’inquadratura e la ripetizione, si concentra sulle differenze umane, sottolineando l’individualità delle persone che vivono all’interno di questo blocco e la ricchezza di questa comunità minacciata.

THE DAY MAY BREAK – Nick Brandt

È un progetto globale sul tema della distruzione ambientale. In Zimbabwe e in Kenya, le persone ritratte sono state gravemente colpite dal cambiamento climatico e gli animali sono oggetto di salvataggi a lungo termine, vittime del bracconaggio o dell’avvelenamento del loro habitat. In Bolivia persone e animali sono fotografati in contemporanea. L’essere umano sta sfruttando e abusando la natura al punto da causare danni irreparabili, e spesso anche l’estinzione di molte specie. Poiché non potranno più essere messi in libertà, crescono abituati alla presenza umana, ed è quindi sicuro per gli estranei umani essere fotografati con loro nello stesso scatto. I viaggi di Nick Brandt ci ricordano un mondo dove umano e animale convivono, dove l’uno è essenziale per l’altro, dove c’è armonia e non dissonanza. La mostra di Nick Brandt è co-prodotta in collaborazione con PhEST. See Beyond the Sea, festival di fotografia e arte di Monopoli.

BETWEEN THESE FOLDED WALLS, UTOPIA – Cooper & Gorfer

Mentre il mondo intorno a noi si sta disfacendo, abbiamo smesso di sognarne un altro? Il duo artistico Cooper & Gorfer, di base in Svezia, ci ammalia con i colori e l’estetica da alta moda delle immagini di Between These Folded Walls, Utopia: ritratti di donne con dinamici effetti di sovrapposizioni e vividi collage. Ma dietro queste immagini ci sono storie di abbandono, di migrazione, di lotta. Sono tutte donne giunte in Svezia come migranti da vari paesi del mondo, che con forza e coraggio si sono ricostruite una vita, aggrappandosi ai propri sogni e desideri. L’Utopia, terra lontana e irraggiungibile, diventa per loro un motivo di forza e di ripresa.

ELEMENTI – Edoardo Delille

Brescia, le montagne, le valli, i laghi di origine glaciale fino alle vette e ai passi di montagna. Come raccontare l’identità di una zona partendo dal suo passato? Dove trovare l’interazione tra lo spirito del luogo e l’identità delle vite che ci abitano? L’alchimia degli elementi della natura confluisce nel DNA di chi vive in queste valli da generazioni e in questa relazione ho trovato le tracce del passato che hanno costruito il presente. Le stesse forme e tonalità nel paesaggio e nella fabbrica. Le fusioni del metallo e il riflesso di un lago specchiano la stessa luce. Le pitture rupestri incise nella roccia migliaia di anni fa ci raccontano le stesse passioni e necessità dell’uomo che ci abita oggi. Gli elementi della natura diventano lo specchio della vita. Le parole e i gesti quotidiani tramandano ancora la passione del lavoro, il sentimento per l’arte e l’amore per una natura ancora forte e presente. Le conoscenze degli uomini formano un ritratto complesso e sfaccettato di cui ho raccontato la storia. Il progetto “Elementi”, realizzato nel territorio bresciano, mette in relazione la vita di una grande realtà aziendale, Donati, con la storia, l’anima e l’identità degli abitanti. È concepito e pensato come un libro, curato da Giulia Ticozzi ed edito da L’Artiere con la grafica di Tomo Tomo.

LEAVING AND WAVING – Deanna Dikeman

Le fotografie parlano di famiglia e del dolore insito nel dirsi addio. Per ventisette anni Deanna Dikeman ha scattato foto mentre salutava i suoi genitori, dopo essere andata a trovarli a Sioux City. Dal ‘91 ha continuato a farlo ad ogni partenza: un emotivo racconto fotografico di una figlia che saluta i genitori dalla macchina, ogni volta che riparte dopo una visita. Il passare del tempo, la malattia ed infine la scomparsa dei genitori diventano, in questa semplice linearità visiva, inevitabili e toccanti fasi della vita.

ROMA REVOLUTION – Alessandro Gandolfi

È stata definita la prima “rom girl group” al mondo. Loro sono sei ragazze giovani, carine, impegnate e i messaggi che attraverso la musica mandano alle loro coetanee (in lingua romaní) sono chiari: lottate contro gli abusi, non abbandonate la scuola, non sposatevi a 16 anni. Emancipatevi. Oggi su YouTube sfiorano le 200mila visualizzazioni e la band ha cantato per le Nazioni Unite, di fronte all’Obama Foundation e al Women of the world Festival di Londra, arrivando addirittura sulla prima pagina del New York Times. Una storia a lieto fine? Non per i rom di Serbia (l’1,5 per cento della popolazione), cittadini di serie “B” che – perseguitati per secoli, massacrati dai nazisti – subiscono quotidianamente forme di razzismo e continuano a vivere segregati nelle mahalla (comunità) di Zemun; gli stessi quartieri dove vivono le “pretty loud” e le loro famiglie. Sono diverse le ong che operano in Serbia per cambiare le cose e una di questa è la fondazione Grubb, che grazie all’arte, alla danza e alla musica contribuisce da anni all’educazione dei bambini rom.

IO NON SCENDO, Storie di donne che salgono sugli alberi e guardano lontano – a cura di Laura Leonelli

Per secoli le donne sono rimaste a terra, ai piedi degli alberi. Destinate a nutrire le esistenze di padri, mariti e figli, a un certo punto si sono ribellate, hanno puntato i piedi, hanno abbracciato gli alberi e salendo di ramo in ramo hanno raggiunto un altro punto di vista più aperto, più alto, più profondo, più chiaro. E hanno detto: “Io non scendo”. La mostra presenta un’ampia selezione di fotografie anonime provenienti dalla collezione privata della curatrice Laura Leonelli, scrittrice e giornalista, firma da anni del supplemento domenicale de Il Sole 24ore e di Arte. Immagini che tra la fine dell’Ottocento agli anni ’70 del Novecento, dall’Europa agli Stati Uniti, confermano la popolarità internazionale di un nuovo personaggio, la donna che sale sull’albero.

APNEA – Fausto Podavini per Medici Senza Frontiere

Oltre 200.000 persone sono costrette a vivere nei campi per sfollati interni in Ciad, dopo che il Paese è stato colpito da una delle peggiori alluvioni della sua storia. L’acqua ha inondato case, scuole, ospedali e campi coltivati, trasformando persone, con vite già umili, in sfollati intrappolati in una condizione di estrema povertà e totale incertezza del futuro. Quanto accaduto in Ciad è un esempio delle conseguenze del “cambiamento climatico”: desertificazione, alluvioni, inverni più caldi e brevi, estati torride, e stagioni delle piogge violente. Questo ha conseguenze devastanti sulla salute delle persone, con tassi di malnutrizione sempre più severi, casi di malaria in aumento e malattie legate all’acqua sempre più diffuse.

LA LIBERAZIONE DELLA FOLLIA – Patrizia Riviera

Patrizia Riviera ha iniziato a collaborare come fotografa con la Fondazione Emilia Bosis, ente no-profit che si occupa di salute mentale e opera nel territorio Bergamasco con tre Comunità, due Centri diurni e diversi appartamenti protetti, nel novembre del 2000, quando con un gruppo di persone con disturbi psichiatrici, ospiti in Comunità, sono andati a fare un viaggio nella Patagonia Argentina e Cilena. In questi vent’anni, la fotografa li ha seguiti in tutte le loro iniziative. Il progetto restituisce a queste persone dignità, grazie a un modo diverso di mostrare la follia, senza la retorica delle immagini standard di sofferenza e isolamento.

LE MOSTRE AGLI EX MAGAZZINI DEL SALE

PROGETTO SPORT, tra Dada e movimento ritmo/dinamico in ready – Maurizio Galimberti

Artista di fama internazionale, Galimberti dal 1983 ha focalizzato il suo impegno sulla Polaroid. Ha reinventato la tecnica del Mosaico Fotografico che inizialmente adatta ai ritratti. La popolarità e il successo con cui vengono accolte le rappresentazioni di volti famosi lo portano a diventare ritrattista ufficiale al Festival del Cinema di Venezia. Il Mosaico diviene la tecnica per ritrarre non solo volti ma anche paesaggi, architetture e città. Fotografica presenta per la prima volta il progetto sport di Maurizio Galimberti: verranno esposti i grandi gesti sportivi che hanno fatto la storia, che sono diventati culto e che simboleggiano i valori trasversali dello sport.

NA PONTA DOS PÉS – Sebastian Gil Miranda

Na Ponta dos Pés è un’organizzazione no-profit con sede in una delle favelas che compongono il Complexo do Alemão a Rio de Janeiro, luogo conosciuto per i numerosi conflitti armati. L’organizzazione mira a favorire l’empowerment delle bambine, offrendo opportunità di crescita, apprendimento e trasformazione sociale attraverso la danza e altre attività educative artistiche, culturali e sportive con l’obiettivo di raggiungere una qualifica nel futuro.

COVER ME WITH GOLD, Gianmarco Maraviglia – a cura di Chiara Oggioni Tiepolo, Fujifilm sponsor tecnico

In questi anni moltissime squadre popolari e indipendenti hanno accolto rifugiati e richiedenti asilo per testimoniare che, a partire dallo sport, si può avere un’accoglienza degna e una vera integrazione. A Milano è nata la Sant’Ambroeus Football Club, la prima squadra di richiedenti asilo e rifugiati: il nome della squadra sottolinea che, nonostante la provenienza diversa tutti i calciatori sono milanesi. Il calcio è una lingua universale che ci ha dimostrato essere uno degli strumenti di integrazione più efficaci in contesti difficili come le periferie milanesi. La squadra conta su un bacino di 60 atleti provenienti dall’Africa Occidentale, ma anche dal resto del mondo.

Le immagini in mostra, realizzate con fotocamere Fujifilm GFX 50S e X-H2S, sono state stampate su carta fotografica Original Photografic Paper di Fujifilm. La carta utilizzata tipo DPII in finitura Matt è stata scelta per la particolare resa cromatica che esalta la bellezza delle immagini e la conservazione inalterata nel tempo.

Domenica 22 ottobre e domenica 12 novembre, dalle ore 11.00 alle ore 19.00, al Monastero del Carmine, lo sponsor tecnico di Fotografica FUJIFILM presenta il FUJIFILM Point: uno spazio dedicato a fotografi professionisti e amatoriali dove sarà possibile provare tutti i prodotti della gamma FUJIFILM GFX e X Series.

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