MUCIV-Museo delle Civiltà a Palazzo delle Scienze Roma EUR, presenta “In corso d’opera” con nuovi capolavori esposti

MUCIV-Museo delle Civiltà a Palazzo delle Scienze Roma EUR, presenta “In corso d’opera” con nuovi capolavori esposti

Museo delle Civiltà, Saliera, Sierra Leone XV secolo – XVI secolo. Collezioni Arti e Culture Africane. Courtesy Museo delle Civiltà

Domenica 2 febbraio, le Curatrici e i Curatori del MUCIV presentano un nuovo allestimento con capolavori inediti dalle Collezioni di Arti e Culture Africane, Americane e Oceaniane del Museo delle Civiltà.

Museo delle Civilta, Tatanua (maschera ad elmo), Nuova Irlanda, Arcipelago di Bismarck, Papua Nuova Guinea, XIX secolo. Collezioni di Arti e Culture Oceaniane. Courtesy Museo delle Civiltà

Alle ore 11.00, il pubblico potrà partecipare a una visita guidata gratuita con le Curatrici e i Curatori del progetto – Francesca Manuela Anzelmo, Pierpaolo Caputo, Gaia Delpino, Camilla Fratini, Vito Lattanzi, Maria Onori, Loretta Paderni, introdotti dal direttore Andrea Viliani – che presenteranno “In corso d’opera” e gli studi che stanno conducendo sui capolavori esposti così come sulle loro origini e provenienze, sulle loro storie e sullo straordinario valore interculturale che esse rappresentano.

Il progetto – che consentirà di continuare a valorizzare e condividere con il pubblico i capolavori delle Collezioni di Arti e Culture Africane, Americane e Oceaniane anche durante la chiusura temporanea delle sale che le ospitano perconsentirvi lavori di adeguamento impiantistico e riallestimento – e il progressivo riallestimento di queste collezioni rientrano negli eventi previsti nel 2025 per le celebrazioni del 150° anniversario delle collezioni del MUCIV, il cui primo nucleo proviene dal Regio Museo Nazionale Preistorico Etnografico fondato nel 1875 dal paletnologo Luigi Pigorini presso l’ex Collegio Romano, sede originaria dell’ordine dei Gesuiti e attualmente sede del Ministero della Cultura italiano.

In corso d’opera – documentando anche le ricerche teoriche e metodologicheche il MUCIV sta conducendo per il riallestimento permanente di queste collezioni – comprende una selezione di oggetti noti o non visibili al pubblico da tempo, se non mai esposti prima, e al contempo crea per la prima volta connessioni tematiche tra le varie culture a cui le collezioni fanno riferimento: un dialogo quindi inedito che, mettendo a confronto le collezioni,siincentra su alcune tipologie ricorrenti di manufatti: amuleti, rappresentazioni di animali e piante, insegne di potere, gioielli diventano categorie ampie con cui creare connessioni tanto immaginarie e inaspettate quanto storicamente fondamentali tra queste culture.

Dalla Collezione di Arti e Culture Africane del MUCIV – che comprende circa 10.000 oggetti tra armi, ornamenti, oggetti d’uso quotidiano e sculture, acquisiti per la maggior parte tra il 1875 e il 1920 – sono stati selezionati esemplari di opere giunte dall’Africa in Italia nel tardo Rinascimento e oggetti otto-novecenteschi, alcuni da tempo non visibili al pubblico. La collezione origina in buona parte da raccolte di esploratori, studiosi, missionari, militari, funzionari, imprenditori italiani che tra la seconda metà del XIX e i primi decenni del XX secolo operarono in differenti zone e realtà politiche dell’eterogeneo continente africano. Alcuni oggetti sono il risultato di doni e scambi diplomatici, altri furono collezionati tra il XVI-XVII secolo per creare vere e proprie camere delle meraviglie (dal tedesco wunderkammer). L’allestimento, curato da Gaia Delpino, rappresenta dunque una sintesi non solo del patrimonio museale e dei suoi capolavori artistici, ma anche della genesi della collezione e si completa con documenti storici e antropologici.

I circa 20.000 oggetti nella Collezione di Arti e Culture Americane del MUCIV appartengono a diversi contesti geografici e culturali dell’America settentrionale, centrale e meridionale e comprendono reperti archeologici e manufatti dei popoli e delle culture indigene, in un vasto arco cronologico che dall’antichità giunge al XX secolo. Anche in questo caso le modalità attraverso cui essi arrivarono in Italia sono diversi: alcuni giunsero per gli interessi “esotici” del collezionismo privato del XVI-XVII secolo; altri furono prelevati dai luoghi attraversati dalle spedizioni esplorative italiane del XIX secolo; altri sono il risultato di scambi e acquisti di raccolte effettuate da missionari, viaggiatori e collezionisti o di scambi con altre istituzioni culturali. Francesca Manuela Anzelmo, Pierpalolo Caputo, Camilla Fratini e Loretta Paderni, curatori e curatrici dell’allestimento, hanno selezionato oggetti archeologici, antropologici e storico-artistici che permettono di approfondire la straordinaria varietà di soluzioni formali, stili, tecniche elaborati nel corso dei millenni dai popoli delle Americhe per rispondere a esigenze sociali, economiche, religiose/spirituali e artistiche. Alcuni capolavori come le maschere precolombiane provenienti dall’attuale Messico sono fra i più noti al pubblico, mentre altre operesono esposte per la prima volta da decenni, testimoniando il lavoro di ricerca in corso.

Il termine “Oceania” indica convenzionalmente un’area vastissima coperta per la maggior parte dalle acque dell’Oceano Pacifico: un continente disseminato in migliaia di isole, abitate da centinaia di popoli diversi con tradizioni e religioni millenarie. La Collezione di Arti e Culture Oceaniane del MUCIV include circa 15.000 oggetti provenienti dalle attuali Polinesia, Micronesia, Melanesia, Australia e Nuova Zelanda. Il primo nucleo di 129 oggetti etnografici del Regio Museo Nazionale Preistorico Etnografico proveniva dalle precedenti collezioni del Museo Kircheriano fondato nel XVII secolo dal padre gesuita Athanasius Kircher, ma solo 3 di essi provenivano dall’Oceania. I manufatti e reperti oceaniani in collezione sono pervenuti quindi successivamente attraverso le raccolte formate, a partire dalla fine del XIX secolo, da esploratori, viaggiatori e studiosi, fra cui l’esploratore Enrico Hillyer Giglioli durante il viaggio (1865-1868) intorno al mondo sulla pirocorvetta Magenta, e dall’etnologo Lamberto Loria nella Nuova Guinea Britannica e in Melanesia (1889-1897). A fronte della molteplicità di culture, tradizioni, usanze, religioni e forme di spiritualità dei popoli del continente oceaniano, il presente allestimento, a cura di Vito Lattanzi e Maria Onori, rappresenta una prima e ancora parziale selezione, che sarà ampliata e articolata nel riallestimento complessivo includendo anche materiale documentario e valorizzando la molteplicità di relazioni che hanno attraversato e attraversano l’immenso “mare di isole” dell’Oceania.

L’inaugurazione rientra nelle attività della Domenica al Museo, che si ripeteranno con ingresso gratuito ogni prima domenica del mese.

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