Le città medievali e il cibo, nella terza edizione del Festival delle Città del Medioevo a L’Aquila

Le città medievali e il cibo, nella terza edizione del Festival delle Città del Medioevo a L’Aquila

Dal 27 al 29 giugno, il Festival terza edizione a cura di Amedeo Feniello (professore di Storia medievale) e Alfonso Forgione (professore di Archeologia cristiana, tardoantica e medievale) del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università dell’Aquila, avrà come tema centrale il rapporto tra le città medievali e il cibo, con particolare attenzione alle risorse e al loro sfruttamento. 

Assessora Ersilia Lancia, Sindaco Pierluigi Biondi, Rettore Edoardo Alesse, curatore Amedeo Feniello 5

Il Festival delle Città del Medioevo, sostenuto in modo determinante dal Comune dell’Aquila, che ha confermato e aumentato il proprio impegno anche economico per la realizzazione dell’iniziativa, si conferma un punto fermo nella programmazione culturale estiva della città. 

L’evento vedrà la partecipazione di storici, archeologi, architetti, scienziati, storici dell’arte e giornalisti, la cui presenza restituirà la ricchezza di una pluralità di sguardi, mostrando come il cibo sia stato – e continui ad essere – storia, risorsa e racconto, e sia capace di illuminare in profondità le dinamiche delle città medievali. Protagonisti delle serate all’Auditorium saranno Oscar Farinetti, Paolo Mieli e Mario Tozzi. Non mancherà al Festival, che mantiene uno sguardo attento al contesto europeo e italiano ma è sempre radicato nella realtà locale aquilana e abruzzese, un affascinante viaggio nella tavola di Margherita d’Austria, che governò la città fra il 1572 e il 1586, tra ricerca storica e narrazione pubblica. 

Il tema scelto per questa nuova edizione, il cibo, consente di indagare con sguardo multidisciplinare come le città, organismi in rapida trasformazione, abbiano costruito nel tempo un rapporto sempre più complesso con l’approvvigionamento e la distribuzione delle risorse alimentari. In un contesto di crescita demografica e di urbanizzazione, nutrire la città significò attivare reti ed esercitare il controllo sul territorio e sulle sue risorse, come verrà raccontato da illustri studiosi italiani e stranieri, per i casi di Parigi, Venezia, Siena, Firenze e Napoli, nella relazione tra istituzioni, élites e popolo. 

All’interno del lungo percorso che culminerà con la celebrazione de L’Aquila come Capitale Italiana della Cultura 2026, il Festival delle città del Medioevo si propone per il terzo anno consecutivo come una manifestazione che valorizza la divulgazione storica e la mette a disposizione del grande pubblico.

«Con questa terza edizione il Festival delle città del Medioevo entra a pieno titolo nella mappa degli appuntamenti culturali estivi più importanti a livello nazionale. Grazie alla collaborazione con il Comune dell’Aquila, che ha condiviso con noi, come nelle passate edizioni, lo sforzo organizzativo, siamo riusciti ad approntare, anche quest’anno, un programma di altissimo livello, con ospiti e relatori di assoluto prestigio e eventi che coinvolgeranno tutta la città. Questo legame con il territorio è fondamentale, perché è la declinazione di quella che, in ambito universitario, chiamiamo Terza Missione, ovvero la diffusione della cultura e della conoscenza al di fuori dei confini accademici. Mi congratulo con i nostri professori, Alfonso Forgione e Amedeo Feniello, per la curatela scientifica e per il consueto entusiasmo con cui si sono prodigati per la buona riuscita dell’iniziativa» dichiara il Rettore dell’Università dell’Aquila, Edoardo Alesse.

«Il Festival delle Città del Medioevo è una manifestazione di grande valore culturale per la nostra città, capace di unire rigore scientifico, divulgazione di qualità e partecipazione pubblica. Manifestazioni come questa rafforzano il ruolo dell’Aquila come centro propulsore di conoscenza, nel solco della nostra storia e con uno sguardo aperto al futuro. Come Amministrazione comunale, abbiamo creduto fin dall’inizio nel potenziale di questa iniziativa, sostenendola in modo concreto, sia in termini di risorse che di visione strategica, in una sinergia virtuosa con l’Università e con il tessuto culturale cittadino. Il tema scelto quest’anno – il rapporto tra le città medievali e il cibo – rappresenta una chiave di lettura quanto mai attuale e stimolante, perché ci invita a riflettere su risorse, sostenibilità, territorio e storia in modo profondo e multidisciplinare, grazie al contributo di studiosi di livello nazionale e internazionale. È anche attraverso percorsi come questo che L’Aquila si prepara con consapevolezza e visione al grande appuntamento del 2026, quando sarà Capitale Italiana della Cultura» dichiara il Sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi.

Il Programma

Venerdì 27 giugno il Festival comincerà ufficialmente alle 21.15 all’Auditorium e prevederà, dopo i saluti istituzionali, il dialogo dedicato al tema cibo e risorse tra passato e presente fra l’imprenditore Oscar Farinetti (il suo ultimo libro si intitola Hai mangiato? ed è pubblicato da Slow Food Editore) e il medievista Duccio Balestracci, emerito dell’Università di Siena, moderato da Mario Prignano, giornalista del TG1.

Nel pomeriggio si terranno, sempre all’Auditorium, la presentazione del volume Storia di Ascoli. Il Medioevo (Edizioni Lìbrati) a cui interverranno Duccio Balestracci e Arturo Verna, Presidente dell’Istituto Superiore di Studi storici Cecco d’Ascoli di Ascoli Piceno. A seguire, nello spazio antistante il Castello, il gran finale del torneo di scacchi, con un duello a scacchi viventi.

Sabato 28 giugno, la giornata si apre con la lezione di Alfonso Forgione dal titolo La tavola degli aquilani prima e dopo la città, che descriverà le abitudini alimentari del contado aquilano attraverso i numerosi reperti archeologici rinvenuti nel territorio, a cui seguirà l’intervento di Marco Valenti, archeologo e professore di Archeologia Cristiana e Medievale all’Università di Siena, dal titolo Alla tavola dei Longobardi, incentrato su come si nutriva il popolo che occupò buona parte della Penisola tra la caduta dell’Impero romano e l’anno Mille. La mattinata proseguirà con un’affascinante lezione dal titolo Cibo e scienza in archeologia, dedicata all’esplorazione delle abitudini alimentari nel Medioevo alla luce della ricerca scientifica. A condurre l’incontro saranno Valeria Amoretti, Chiara Comegna e Chiara Corbino, rispettivamente antropologa fisica, archeobotanica e archeozoologa che operano presso il Parco Archeologico di Pompei, il cui lavoro si concentra sull’analisi scientifica dei materiali organici rinvenuti durante le campagne di scavo, con l’obiettivo di ricostruire aspetti fondamentali della vita quotidiana e del regime alimentare delle popolazioni del passato.

Il pomeriggio del sabato vedrà una serie di interventi in successione su abitudini alimentari in ambienti insoliti o che a noi oggi sembrano per certi versi incomprensibili: il primo sarà quello di Amalia Galdi, professoressa di Storia delle Istituzioni in Età Medievale all’Università di Salerno, specializzata in agiografie (quella di San Benedetto da Norcia è pubblicata dal Mulino) su un tema molto curioso, Il cibo e il monastero. A seguire, Beatrice Del Bo, che insegna Storia economica e sociale del Medioevo e Didattica della Storia all’Università degli Studi di Milano ed è esperta nell’utilizzo dei veleni durante il periodo medievale – tema su cui ha scritto Arsenico e altri veleni (il Mulino, 2024) –, terrà una lezione dal titolo Cibi proibiti. Francesco Marzella, studioso di letteratura latino medievale, racconterà cosa offrivano le tavole imbandite alla corte del leggendario Re Artù (a cui è intitolato il suo ultimo saggio appena pubblicato da Laterza). Chiuderà la serie l’intervento dello storico Duccio Balestracci dal titolo Popolo e cibo nel Medioevo, tema sviluppato attraverso una narrazione fatta da personaggi minuti, piccoli commercianti, contadini, gente di piazza e di taverna, che ha trasmesso racconti originali e fuori dalla percezione tradizionale del medioevo. 

A concludere il pomeriggio la lezione speciale Alla tavola di Margherita durante la quale si alterneranno Silvia Mantini − professoressa di Storia Moderna all’Università dell’Aquila e autrice di Reti d’Europa. Margherita d’Austria tra confine e modernità (Laterza, 2024) − con l’intervento La storia e le fonti, e poi Luca Pezzuto, professore di Storia dell’Arte Moderna e Storia della Critica d’Arte all’Università dell’Aquila, che parlerà della rappresentazione del cibo a corte attraverso i dipinti del Quattrocento e Cinquecento.

La serata vedrà sul palco dell’Auditorium il giornalista e saggista Paolo Mieli (il suo ultimo libro è Fiamme dal passato, Rizzoli, 2024) in dialogo con Amedeo Feniello.

La mattina di domenica 29 giugno sarà dedicata al tema portante di questa edizione, Le risorse e la città, giacché l’approvvigionamento e la distribuzione delle risorse alimentari diventa per le città medievali il modo per esercitare il controllo sul territorio e sulle sue risorse, e i cinque interventi presentano i casi di cinque città strategiche: Napoli, Parigi, Venezia, Firenze e Siena. Amedeo Feniello parlerà dello sviluppo di Napoli, Mathieu Arnoux, professore di Storia Medievale all’Université de Paris VII e Directeur d’études all’EHESS (Paris), di Parigi, Luciano Pezzolo, professore di Storia Moderna all’Università Ca’ Foscari, si occuperà di Venezia, Franco Franceschi, professore di Storia Medievale presso l’Università di Siena, parlerà di Firenze, e infine Gabriella Piccinni, professoressa di Storia Medievale all’Università di Siena, presenterà il caso di Siena.

Sempre nel pomeriggio, all’Auditorium, si terrà la presentazione del volume Medioevo che crea (Laterza, 2025): ne parleranno due dei curatori, Franco Franceschi e Gabriella Piccinni, con Amedeo Feniello.

La chiusura di questa edizione del Festival delle Città del Medioevo è affidata a Mario Tozzi, Primo ricercatore CNR e noto divulgatore scientifico, che dialogherà con Alfonso Forgione.

La fiera del libro e i rievocatori

Le lezioni di storia saranno arricchite dalla fiera del libro e da rievocazioni, esibizioni, spettacoli, laboratori e visite guidate. Cuore del Festival, per i tre giorni della manifestazione, sarà il Parco del Castello che ospiterà il “Villaggio dei Rievocatori”, una vera e propria cittadella medievale che si svilupperà attorno all’Auditorium. Saranno presenti gli accampamenti dei rievocatori aquilani e da quattro gruppi speciali di associazioni di ricostruzione storica ognuno dei quali con una sua specifica caratterizzazione (dai bizantini agli schieramenti quattrocenteschi).  

Nel Parco sarà allestito anche uno spazio dedicato alla Fiera del Libro medievale, con tutte le novità delle maggiori case editrici e i grandi classici sul tema.

Il Festival si dimostra anche quest’anno un’occasione per instaurare un proficuo dialogo tra Università, Comune dell’Aquila, istituzioni e associazioni culturali cittadine, che organizzeranno nel contesto del Festival attività, momenti di divulgazione e visite guidate. La partecipazione del Museo Nazionale d’Abruzzo (Munda) e dell’Archivio di Stato dell’Aquila, dell’Istituto Nazionale dei Castelli, della locale sezione dell’Archeoclub, delle associazioni culturali cittadine come Iemoinnanzi e Pantarei ma soprattutto dei Comuni limitrofi dell’Aquila, come Ocre, Tornimparte e Rocca Calascio, sono elementi forti di vitalità culturale di un territorio come quello aquilano che fa della rete e della collaborazione un elemento di stimolo che manifestazioni come il Festival delle Città del Medioevo promuovono e alimentano e che vanno nella direzione di una sempre più forte aggregazione delle energie del territorio per la crescita culturale di questa porzione della regione abruzzese, anche in vista del grande appuntamento nazionale di L’Aquila Capitale Italiana della Cultura 2026.  

Nei giorni del Festival è prevista anche un affascinante tour virtuale del castello di Ocre, che attraverso appositi visori permetterà ai visitatori di percorrere un viaggio indietro nel tempo e passeggiare all’interno di uno dei più importanti castelli medievali del territorio aquilano. 

L’apertura straordinaria del Bastione Est del Castello, sala espositiva del Museo Nazionale d’Abruzzo dedicata allo scheletro di Mammuthus meridionalis scoperto 70 anni fa in località Madonna della Strada di Scoppito, contribuirà a rendere indimenticabile questa edizione del Festival. 

Tutti gli incontri si svolgono all’Auditorium del Parco all’Aquila e sono a ingresso libero.

Info: https://www.festivalcittadelmedioevo.it/

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