Apre a Gerusalemme la mostra evento “Una voce dal deserto” con l’esposizione per la prima volta del Grande Rotolo di Isaia

Apre a Gerusalemme la mostra evento “Una voce dal deserto” con l’esposizione per la prima volta del Grande Rotolo di Isaia

Dettaglio del Grande Rotolo di Isaia. Credit Pic Eli Pozner The Israel Museum Jerusalem

Il 12 dicembre fino al 12 aprile 2026, In occasione dei 60 anni del Museo di Israele aprirà a Gerusalemme la mostra “Una voce dal deserto” che vedrà l’esposizione del Grande Rotolo di Isaia: un’opportunità irripetibile per ammirare il più antico manoscritto biblico completo, mai ritrovato proveniente dai leggendari Rotoli del Mar Morto.

Shrine of Book. Tempio del libro. Jerusalem. Crediti IMOT

Per molte delle decine di migliaia di visitatori attesi, sarà probabilmente l’unica occasione nella vita per vedere l’esposizione del Grande Rotolo.

La scoperta dei Rotoli del Mar Morto — i manoscritti più antichi mai ritrovanti di contenuto ed argomento biblico — rappresenta una svolta fondamentale nello studio della storia del popolo ebraico nell’antichità. Mai prima d’allora un tesoro letterario e storico di tale portata era venuto alla luce. Questi eccezionali ritrovamenti illuminano un periodo formativo della storia dell’umanità, arricchendo enormemente la conoscenza della società ebraica nella Terra d’Israele durante i periodi ellenistico e romano, oltre a gettare luce sulle origini dell’ebraismo rabbinico e del cristianesimo primitivo. Non a caso, una visita ai luoghi di ritrovamento e di conservazione dei Rotoli di Qumran, dal sito archeologico allo straordinario Shrine of the Book, il Tempio del Libro di Gerusalemme, sono divenuti una tappa imprescindibile per i turisti ed i visitatori di Israele.

Delegazione del CNPI Coordinamento Nazionale Pellegrinaggi Italiani con colleghi della Stampa alla scoperta dello Shrine of Book lo scorso gennaio 2025 sotto la guida del professor Marcello Fidanzio. Crediti IGTO Mi

I Rotoli del Mar Morto sono stati scoperti tra il 1947 e il 1956 in undici grotte nei pressi di Khirbet Qumran, sulla sponda nord-occidentale del Mar Morto. Risalenti a circa 2.000 anni fa (II sec. a.C. – I sec. d.C.), costituiscono una testimonianza unica. Il più importante tra essi è senza dubbio il Grande Rotolo di Isaia: lungo 7,17 metri, è il più esteso e meglio conservato di tutti i rotoli biblici. Le sue 54 colonne contengono tutti i 66 capitoli della versione ebraica del Libro di Isaia. Risalente intorno al 125 a.C., è anche uno dei più antichi, di oltre mille anni più vecchio dei manoscritti biblici conosciuti prima della scoperta dei Rotoli. 

Il Grande Rotolo di Isaia è custodito presso lo Shrine of the Book, progettato per accogliere i primi sette Rotoli del Mar Morto. Realizzato dagli architetti statunitensi Armand P. Bartos e Frederic J. Kiesler, fu inaugurato il 20 aprile 1965, un mese prima dell’apertura ufficiale del museo. Il 2025 ne segna dunque anche il 60° anniversario: un’occasione ideale per esporre integralmente il Rotolo e presentarlo al pubblico.

Considerato il “gioiello della corona” dello Shrine, solo una piccola parte del rotolo originale è normalmente esposta, a causa delle restrizioni conservative introdotte dopo la sua progettazione. Nel 1968 il rotolo è stato riposto in deposito: da allora i visitatori possono ammirarne solo una riproduzione completa al centro dello Shrine e una piccola sezione originale in vetrina laterale.

Questa mostra rappresenterà dunque un’occasione irripetibile per vederlo nella sua interezza, almeno una volta nella vita.

Il rotolo sarà collocato nella Bella and Harry Wexner Gallery, nel cuore del museo, attraversata da quasi tutti i visitatori.

LA MOSTRA EVENTO

L’esposizione offrirà un nuovo approccio al rotolo, considerandolo sia come manufatto archeologico sia come creazione storica unica. Il percorso analizzerà i materiali di cui è composto e le tracce del suo uso nell’antichità, prima della sua deposizione nella grotta, offrendo ai visitatori una comprensione approfondita del suo processo di produzione e del significato del suo contenuto.

Il viaggio inizierà nel deserto della Giudea, sotto il sole accecante, di fronte alle ripide pareti della Grotta n. 1, dove furono ritrovati i primi sette rotoli. Entrando simbolicamente nella grotta, i visitatori rivivranno la straordinaria storia della scoperta, tra cui quella del Grande Rotolo di Isaia.

Il percorso seguirà poi la “traccia” che il rotolo ha attraversato, fino al suo arrivo nel 1965 allo Shrine of the Book.

Il momento culminante sarà la visione integrale del Grande Rotolo di Isaia, lungo oltre sette metri, in tutta la sua magnificenza.

NUOVE SCOPERTE SCIENTIFICHE

La seconda parte della mostra presenterà le scoperte delle più recenti ricerche sul rotolo, rivelando segreti sulla sua creazione, sui materiali utilizzati e sulla sua funzione originaria. Questa analisi offrirà uno sguardo inedito sul modo in cui veniva utilizzato e conservato dalla comunità antica.

Oltre agli aspetti materiali e storici, l’esposizione metterà in luce anche il significato spirituale e culturale del testo scritto. I visitatori potranno approfondire chi fosse lo scriba, la natura del testo e la sua portata storica, sottolineando l’importanza del Libro di Isaia per l’ebraismo e il cristianesimo.

La mostra comprenderà celebri citazioni e profezie, molte delle quali sono diventate pietre miliari della civiltà giudaico-cristiana e parte del linguaggio comune.

Forse la più famosa è la visione di Isaia di una pace universale alla fine dei tempi:

Forgeranno le loro spade in vomeri, e le loro lance in falci;
nessuna nazione alzerà la spada contro un’altra,
né impareranno più la guerra.”
(Isaia 2:4)

Esperienza eccezionale per tutti i tipi di pubblico

L’incontro con il Il Grande Rotolo di Isaia riveste un significato profondo per una vasta gamma di visitatori, rendendolo un’attrazione unica ed un’esperienza straordinaria per diversi segmenti del mercato turistico.

Per gli appassionati di storia e cultura: il Grande Rotolo di Isaia è un legame tangibile con il passato. Essendo uno dei Rotoli del Mar Morto, è un manufatto autentico del periodo del Secondo Tempio, che offre uno sguardo diretto sul mondo antico. I visitatori non vedranno solo un testo, ma un manoscritto fisico: un rotolo di 2000 anni fa sopravvissuto nel deserto della Giudea, che offre un’esperienza storica unica.

Per i visitatori di confessione ebraica e/o cristiana: il rotolo contiene tutti i 66 capitoli del Libro di Isaia, un testo fondamentale sia per l’ebraismo che per il cristianesimo.

Il Libro di Isaia, con le sue potenti visioni di redenzione nazionale, giustizia sociale e restaurazione finale di Sion, è stato per millenni una pietra miliare della fede ebraica e della speranza nazionale. Per molti, l’aspetto più commovente è la scrittura stessa. La scrittura sul rotolo è una forma antica della scrittura ebraica “quadrata”, la stessa scrittura che si è evoluta nelle lettere usate oggi in ebraico. Quando un visitatore ebreo guarda il rotolo, vede un legame diretto e ininterrotto con le lettere che legge e scrive ogni giorno, una testimonianza dell’incredibile continuità della lingua ebraica e della sua scrittura per oltre due millenni. È un’opportunità senza pari per vedere uno dei più antichi testi biblici ebraici, che mette in evidenza la continuità e la conservazione delle tradizioni sacre.

Per i visitatori cristiani, il Grande Rotolo di Isaia offre un potente legame con i profeti biblici e i testi antichi che hanno influenzato il cristianesimo primitivo. Il Libro di Isaia è uno dei libri dell’Antico Testamento più citati nel Nuovo Testamento. Vedere questo testo nella sua forma originale, più antico di mille anni rispetto ai manoscritti precedenti, ne conferma lo status antico e venerato e funge da ponte tangibile tra l’Antico e il Nuovo Testamento, strumento di dialogo insostituibile tra culture e religioni.

Vedere questo testo nella sua forma originale, più antico di mille anni rispetto ai manoscritti precedenti, ne conferma lo status antico e venerato e funge da ponte tangibile tra l’Antico e il Nuovo Testamento, strumento di dialogo insostituibile tra culture e religioni. Siamo certi che la mostra potrà contribuire in modo significativo al rilancio del turismo culturale e spirituale verso Israele” ha dichiarato Kalanit Goren direttrice dell’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo

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