ORI GERSHT Revelations in the folds of time

ORI GERSHT Revelations in the folds of time

OriGersht Wall Metropolitan Becoming Archival Pigment Print 95x275cm

La Galleria Bianconi via Lecco 20 Milano inaugura, giovedì 3 Febbraio, la personale dell’artista Ori Gersht (Tel Aviv, 1967) “Revelations in the folds of time”, curata da Ermanno Tedeschi e con il patrocino dell’Ufficio Culturale dell’Ambasciata d’Israele in Italia.

Come scrive il curatore Ermanno Tedeschi nel testo di presentazione della mostra, tutto il lavoro di Ori Gersht “è pervaso da quella sensazione di movimento fermato nel tempo. Una disposizione certosina degli elementi che improvvisamente viene colpita da uno scoppio. In questa apparente violenza, l’artista immortala una serenità che va al di là della natura. In un certo senso rende viva la natura morta, la coglie nell’infinitesimo attimo in cui deflagra, per poi posarsi a terra, distrutta”. La sua ricerca artistica, da sempre esplora il rapporto fra memoria, storia e paesaggio, adottando un linguaggio estetico metaforico e seducente in cui cerca di cogliere la tensione entropica fra ordine e disordine, rappresentando il conflitto e la violenza presenti nella storia e nascosti nelle pieghe della realtà.

Il percorso della mostra si apre con due grandi lavori dell’ultimo ciclo Becoming, che riflette sulla costruzione della memoria storica così come ci viene presentata e tramandata dai grandi musei occidentali, in cui l’apparente ordine della narrazione nasconde in realtà dei rottami, dei relitti, dei frammenti estratti dai loro contesti originali. Per realizzare queste opere Gersht ha pensato di ricreare una narrazione amplificata utilizzando le cartoline dei bookshop vendute dai grandi musei occidentali quali il Metropolitan Museum of Art di New York, il Getty Museum di Los Angeles, il Rijksmuseum di Amsterdam…

Egli dunque, utilizzando centinaia di cartoline, genera un nuovo ordine, stampa ciascuna cartolina su una lastra di vetro e posizionandole una ad una su un nuovo “muro”, crea una nuova narrazione che poi distrugge. Egli, con il fucile ad aria compressa, frantuma il muro e lascia che la fotocamera catturi questo istante come un flusso. È così, come l’artista stesso dichiara, che “viene generato un nuovo tipo di spazio visivo: uno spazio prettamente fotografico dove il passato e il futuro s’incontrano: questo è “l’adesso” fotografico”.

Questo processo si ripete nelle opere della serie Flowers con cui prosegue la mostra. In esse Ori Gersht realizza squisiti allestimenti di nature morte, che rimandano nuovamente alla tradizione pittorica dell’arte italiana e fiamminga e che estrapola dal loro contesto originario per immortalarli proprio mentre vengono fatti esplodere. La mostra si conclude con la sala dedicata a Morandi. In queste opere, della serie New Orders – Evertime, Gersht ricostruisce il teatro di nature morte tipico dell’artista italiano per poi immortalarlo otticamente nel momento della sua esplosione. Come faceva Giorgio Morandi, anche Ori Gersht, tenta di oltrepassare i confini della mera esteriorità, conducendo una battaglia contro l’effimero, l’inconsistenza e il superfluo, con una ritualità e una cura quasi sacrale, per poi sottomettersi alla consapevolezza che le cose vanno in pezzi. La mostra sarà visibile alla Galleria Bianconi a Milano fino al 3 Aprile 2022.

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