Azione contro la Fame, organizzazione umanitaria internazionale in Ucraina contro malnutrizione infantile

Azione contro la Fame, organizzazione umanitaria internazionale in Ucraina contro malnutrizione infantile

Action Against Hunger distributes emergency cash to Ukrainian refugee families on June 23, 2022, in Lubaczow (Poland). Photo credit: ACF/Catianne Tijerina

A quasi un anno dallo scoppio delle ostilità, la situazione in Ucraina è estremamente instabile. Circa 9,3 milioni di persone hanno bisogno di assistenza alimentare, come effetto diretto del conflitto cui si somma un’inflazione al 24,6% che limita fortemente la capacità di accesso al cibo. E le difficoltà sono ulteriormente aggravate dall’inverno, dai danni alle infrastrutture e alla rete elettrica.

En el puesto fronterizo de Palanca, en territorio Moldavo, cientos de refugiados ucranianos se enfrentan a las bajas temparaturas mientras esperan que pequeños autobuses los recogen para llevarlos al centro de acogida © Gonzalo Höhr

Con l’inverno appena iniziato e i continui attacchi alle infrastrutture civili che lasciano la popolazione senza acqua, elettricità e riscaldamento, i bisogni continueranno ad aumentare e sarà necessario sostenere a lungo termine le capacità delle organizzazioni umanitarie, non solo in Ucraina ma anche nei Paesi limitrofi. Nel potenziare la nostra risposta di emergenza, e auspicando che si giunga presto alla cessazione del conflitto, facciamo ancora una volta appello a tutte le parti affinché la fame non venga usata come arma di guerra, come previsto dalla risoluzione 2417 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. E di adempiere agli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario di proteggere i civili e le infrastrutture civili dall’impatto diretto e indiretto delle ostilità”, dichiara Simone Garroni, Direttore di Azione contro la Fame in Italia.

Dall’inizio del conflitto, Azione contro la Fame sta portando assistenza umanitaria alle persone rimaste in Ucraina e ai rifugiati accolti dai Paesi limitrofi, come Polonia, Romania e Moldavia, dove il contesto è particolarmente critico a causa del peso che l’accoglienza ha sul versante interno, in termini di capacità di risposta e di tensioni sociali. Già presente in Ucraina dal 2014 al 2018, tra marzo e ottobre 2022 l’organizzazione è riuscita a raggiungere oltre 350.000 persone e prevede di potenziare il proprio intervento sul campo.

Gli interventi, di tipo multisettoriale, includono: assistenza alimentare e nutrizionale, servizi igienici e idrici, interventi di tipo psicologico e aiuti economici per i bisogni immediati dei più vulnerabili. Nelle zone direttamente colpite dai combattimenti, l’organizzazione interviene anche sostenendo i commercianti locali per rafforzare l’accesso ai beni essenziali, distribuendo pasti caldi e generi di prima necessità, sostenendo l’approvvigionamento di acqua potabile e i servizi igienici con la distribuzione di kit e di materiali per i sistemi di trattamento e di distribuzione dell’acqua colpiti dai bombardamenti.

Il conflitto ha anche un grave impatto sulla sicurezza alimentare di altre regioni del mondo, con tensioni nell’approvvigionamento alimentare in un contesto internazionale già teso e provato dalla pandemia da COVID-19.

Anche a livello globale, la guerra in Ucraina è un moltiplicatore dell’insicurezza alimentare, aggiungendosi alle cause strutturali della fame, ovvero i conflitti, la crisi climatica, le disuguaglianze – continua Garroni e sottolinea – la situazione che stiamo vivendo in Europa è un ulteriore monito per rafforzare i meccanismi di prevenzione e risposta alle crisi alimentari e per trasformare i nostri sistemi alimentari nel lungo periodo”.

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