Umbria, “Suoni di Boschi e d’Abbazie” a Foligno l’evento conclusivo dell’edizione 2023 della rassegna concertistica

Umbria, “Suoni di Boschi e d’Abbazie” a Foligno l’evento conclusivo dell’edizione 2023 della rassegna concertistica

 Domenica 3 Dicembre, Beethoven sarà presente con le sue parole e la sua Musica a Foligno, Palazzo Candiotti, nella preziosa e raffinata Sala dei Paesaggi, per l’evento conclusivo dell’edizione 2023 della rassegna concertistica “Suoni di Boschi e d’Abbazie”, che data la stagione fredda, onora la sua ispirazione accogliendo il pubblico tra fronde più artistiche che naturalistiche.

 Con il sostegno del MIC, Regione Umbria e Fondazione Carifol; con la preziosa collaborazione dell’Ente Giostra Quintana a cura di UmbriaEnsemble: Marco Fiorini, Violino; Luca Ranieri, Viola; M. Cecilia Berioli, Violoncello; Domenico Benedetti Valentini, Voce Narrante. Lla lettura delle lettere d’amore e del testamento beethoveniani, insieme con le note del monumentale Trio per Archi op.3, pagine nate dalla stessa penna, ovvero dallo stesso cuore di quel Titano della Musica che prima ancora che un gigante nella storia della Musica, è stato un gigante di umanità

“Pur ancora a letto, i miei pensieri volano a te, mia Immortale Amata, ora lieti, ora tristi, aspettando di sapere se il destino esaudirà i nostri voti — posso vivere soltanto e unicamente con te, oppure non vivere più. Sì, sono deciso ad andare errando lontano da te finché non potrò far volare la mia anima avvinta alla tua nel regno dello spirito. Sì, purtroppo dev’essere così. Sarai più tranquilla, poiché sai bene quanto ti sia fedele. Nessun’altra potrà mai possedere il mio cuore – mai – mai – oh Dio, perché si dev’essere lontani da chi si ama tanto. E la mia vita a Vienna è ora così infelice – Il tuo amore mi rende il più felice e insieme il più infelice degli uomini.

Parole d’amore di intensità, passione ed autenticità rare. Parole che ognuno vorrebbe scrivere e ricevere. Parole che diresti senz’altro di un poeta, e comunque di un animo devoto, generoso, innamorato. Dunque aperto alla Vita ed alla sua magia più alta, inesprimibile, inimitabile: quella dell’Amore che della Vita stessa è motore primo e senso ultimo.

Parole, al contrario, mai inviate all’amatissima (e a noi altrettanto ignota) destinataria, vergate da un compositore che nell’immaginario collettivo – insieme alla monumentale presenza di musicista che ha segnato un’epoca e dato vita a capolavori universali con i quali misurarsi ancora oggi a secoli di distanza – è per tutti un burbero e lunatico misantropo chiuso alle gioie della Vita.

Paradossi della storia, perché proprio alla gioia (An die Freude) Ludwig van Beethoven dedica, su testo di Schiller, una delle pagine corali più trascinanti e gioiose, appunto, del repertorio musicale, chiudendo con un inno alla Vita la sua ultima Sinfonia.

È Beethoven, infatti, il poeta delle tre Lettere all’Immortale Amata; è sempre Beethoven, il cui afflato umano va evidentemente del tutto riconsiderato, l’autore del toccante Testamento di Heiligenstadt, dove un uomo – inteso nella sua più nuda ed essenziale humanitas, al netto delle glorie artistiche – confessa il suo dolore rivelando senza remora alcuna la sua miseria umana. Che per noi è rivelazione di assoluta umana grandezza.

 “Sii serena,  rimani il mio fedele,  il mio unico tesoro,  il mio tutto,  così come io lo sono per te.  Gli dei ci mandino il resto,  ciò che per noi dev’essere,  e sarà.” Il tuo fedele Ludwig.
 Info: umbriaensemble.it

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