Monte Rosa 91 Milano apre le porte alla cultura attraverso un programma di proposte culturali

Monte Rosa 91 Milano apre le porte alla cultura attraverso un programma di proposte culturali

Monte Rosa 91, l’iconico edificio firmato Renzo Piano Building Workshop, apre le porte alla cultura attraverso Parco della Luce, un programma di proposte culturali firmato da Gaia Manzini

È per domenica 10 marzo l’appuntamento con “Noi siamo città. Il senso delle donne per lo spazio”, un percorso fisico e ideologico che punta a guardare gli spazi urbani da una prospettiva raramente utilizzata: quella delle donne.

Mappa itinerario

Domenica 10 marzo a Milano, a partire dalle ore 16 presso la fermata della M1 Amendola per poi proseguire in via Monte Rosa 91, prende il via “Noi siamo città. Il senso delle donne per lo spazio”, l’evento parte del palinsesto “Parco della Luce” ideato dalla curatrice Gaia Manzini per il building Monte Rosa 91.

Acquistato da AXA Investment Managers e ristrutturato a opera del Renzo Piano Building Workshop, Monte Rosa 91 intende inserirsi nella città di Milano come nuovo spazio cittadino aperto a tutti, pensato per lavorare e vivere la socialità nel rispetto dell’ambiente. Al suo interno nasce “Parco della Luce”, un programma di proposte culturali pensate nel segno della multidisciplinarietà che aprano nuove prospettive sul nostro vivere contemporaneo.

E su una parte fondamentale della quotidianità si concentra l’evento “Noi siamo città. Il senso delle donne per lo spazio”, un percorso fisico e ideologico che punta a guardare gli spazi urbani da una prospettiva raramente utilizzata: quella delle donne. La città è il luogo dove si vive e si cammina ogni giorno, eppure i fatti di cronaca dimostrano che, ancora oggi, una donna non può camminare nel mondo alla stessa maniera di un uomo. Lo spazio è un campo di lotta ancora tutto da affrontare, una questione ampiamente femminista.

Nella giornata di domenica 10 marzo, Monte Rosa 91 diventerà quindi una piazza in cui accogliere la visione propositiva e lo sguardo progettuale delle donne sulla realtà metropolitana e sullo spazio urbano. Il percorso comincia con una passeggiata concreta nel quartiere di Amendola, durante la quale guardare gli spazi dal punto di vista femminile, e continua in Monte Rosa 91, nel cui auditorium si susseguono talk e confronti sul rapporto tra la città e le donne: come vengono rappresentate nell’arte e come vogliono invece autorappresentarsi; come inventare un mondo nuovo, proponendo modelli e architetture che tengano conto delle differenze di genere per fare una città inclusiva, propositiva, sicura.

Collaboratori e “guide” in questo cammino sono: Urbanfile, dal 2008 osservatorio sulla città che cambia; Roberta Scorranese, firma del Corriere della Sera e autrice di A questo serve il corpo (Bompiani); Barbara Piccolo, tra le direttrici artistiche di InQuiete Festival; Elena Granata, professoressa di Urbanistica al Politecnico di Milano e autrice de Il senso delle donne per la città (Einaudi); Gioia Salvatori, autrice e attrice.

Commenta Gaia Manzini, direttrice artistica di “Parco della Luce”: «La città è movimento e desiderio, la città è vita. Ma anche l’occasione per le donne di esprimere la loro visione dello spazio come luogo accogliente che favorisca le relazioni e gli incontri tra le persone».

I dettagli sul programma:

  • 16:00 – 17:00: Da Amendola a Monte Rosa 91, Itinerario urbano del quartiere organizzato da Urbanfile in collaborazione con Gitec. In che zona della città si trova Monte Rosa 91? E quali sono le curiosità di questo quartiere, la cui identità è stata costruita anche dalle donne? Due passi insieme a una guida esperta, legando luoghi e aneddoti sulle donne che hanno reso unica questa parte della città.
  • – 17:30: Roberta Scorranese, firma del Corriere della Sera, ci regala uno speech dal titolo A questo serve il corpo (dal suo omonimo libro pubblicato per Bompiani). Il 10 marzo 1914, la suffragetta Mary Richardson impugna un coltello e lo affonda nella schiena di una donna nuda e intenta a guardarsi allo specchio: è la Venere di Rokeby di Diego Velazquez. Roberta Scorranese racconta come le donne siano state sempre “rappresentate” nell’arte, dunque intrepretate da uno sguardo maschile. Come possiamo e dobbiamo invece auto rappresentarci? A questo serve il corpo è un reading tra parole, letture e immagini, un viaggio quasi teatrale che parte dai dipinti, per un’esplorazione del corpo femminile declinata nella letteratura, nella poesia e nell’attualità.
  • – 18:00: Barbara Piccolo ed Elena Granata dialogano sulla più grande invenzione umana, la città, a partire dal testo di Granata dal titolo Il senso delle donne per la città (Einaudi). La forma della città, il paesaggio urbano e gli spazi pubblici raramente tengono conto delle differenze di genere: la pianificazione urbana non ha mai messo al centro l’esperienza delle donne. È possibile ridisegnare le città e innescare cambiamenti nello spazio pubblico, a partire da una prospettiva di genere nelle politiche urbane, migliorando la qualità della vita di tutta la collettività e immaginando modelli nuovi di convivenza?
  • – 18:45: Gioia Salvatori, autrice e attrice, ci trascina in un monologo comico per rifare il mondo. Le donne non si accontentano più di “una pezza rattoppata”: vogliono creare un mondo e abitarlo, incorporarlo, goderlo forte. Per fare, però bisogna anche saper disfare modelli letterari e miti, proporne di nuovi e implausibili e auspicarne di migliori. Tutto mentre si sorride. Un vademecum di sopravvivenza contro l’invasione di quello che non vogliamo e due tre alternative per farsene beffa. Anche perché, se non si ride, non è una rivoluzione
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